
IL CAPITANO è NATO PER... OBBEDIRE ALLE REGOLE!
Federico Altobelli è il Capitano della Volsci Rugby, ma è anche un loquace avvocato. Chissà se le sue tifose lo preferiscono in tenuta sportiva o in giacca e cravatta?
Tu come ti preferisci?
"Sono sia un avvocato penalista che uno sportivo. Lavoro presso il Foro di Roma. Sportivamente, invece, nasco al CUS (Centro Universitario Sportivo) di Roma. Ho poi giocato con la Pretoria e tre anni con la Mantovani Lazio, in serie A. Ma sono anche il marito della dolce Cristina. E, per finire, sono il padrone della piccola Nocciola, una gattina alla quale sono affezionatissimo, oserei direi in maniera quasi spasmotica. Pensa che dorme a letto con me!"
Da dove viene la tua passione per la legge?
"Sono da sempre un appassionato di thriller e di legal movie. è per questo che ho deciso di studiare legge, anche se poi la realtà è molto diversa da quella che si vede in televisione. Ma posso affermare con sicurezza che è da lì che è partita la scintilla. Pensa che se dovessi descrivermi con un film sceglierei Presunto Innocente, di Alan J. Pakula."
E la tua passione per lo sport, invece?
"Sempre dalla passione per la legge, o meglio per le regole. Amo il rugby perché è uno sport fatto di regole e di ordine. Impegna la mia parte legale, perché il rispetto delle regole è fondamentale per una miglior visione del gioco e per il rispetto dell'avversario. Amo il mio sport, soprattutto perché sul campo da rugby devi fare i conti con le tue paure. Non è solo un gioco, è una sfida con te stesso. Ho grande rispetto per chi fa rugby. Inoltre adoro stare con i miei compagni. Mi sento parte di una tribù. Quando sono con loro mi sento come se potessi affrontare qualsiasi cosa. Esiste solo il rugby e la mia squadra. Siamo come il popolo dei Volsci. Siamo dei fratelli. Se potessi scegliere andrei ad abitare in una grande casa assieme a tutti loro."
C'è qualcosa che fai sempre, un gesto scaramantico che ripeti ogni volta che scendi in campo?
"C'è una frase che mi ripeto sempre. Molon labe. è il grido che Re Leonida urlò ai Persiani quando gli intimarono di lasciare le armi. Significa Venite a prenderle, io posso anche essere sconfitto ma ti affronto. E questo è anche il mio motto nella vita lavorativa. Io me la gioco fino in fondo. Considera che gli Spartani erano in 300 contro qualcosa come sei mila Persiani. Era una situazione impossibile, ma loro non si sono tirati indietro."
Tra qualche anno ti vedi ancora alle prese con tutte le tue sfide?
"Per quel che riguarda il mio lavoro si. Ne sono soddisfatto. Felice perché quello che faccio mi piace. Ho realizzato un sogno. è quello che volevo fare da quando ero piccolo. Purtroppo, però, so già da ora che tra qualche anno sarò costretto a lasciare il rugby giocato. L'anno scorso ho fatto l'arbitro a causa di un infortunio. Ma non è la stessa cosa. Il rugby giocato ti fa sentire un dio. Comunque continuerò ad aiutare questa società. Da quando ho abbracciato questo progetto mi sono innamorato del progetto per la stima che provo per il nostro Presidente Paolo Faticanti. Tra di noi c'è stata un'intesa immediata. Sono nelle sue corde. è una persona giusta. Sa essere un amorevole padre di famiglia, ma anche un severo colonnello. Mi metterò a sua disposizione."
CORAGGIO E DEDIZIONE... GIORGIA SCOLLO CI CONFIDA IL SUO SEGRETO
Si definisce sarcastica, protagonista e presente...chi potrebbe contraddirla dopo aver sentito cosa ha da raccontarci?
"Mi presento. Sono Giorgia Scollo. Abito a Roma, dove lavoro come operatrice sociale nell'Ufficio Immigrazione. Dò aiuto ai rifugiati politici. Ed è da giugno che vengo a Sora per giocare, prima volta nella mia vita, a rugby."
è stata quindi la passione per il rugby a portarti qui?
"In realtà non sono mai stata una grande sportiva. Benché io sia una tifosa sfegatata della Roma, non ho mai praticato sport a lungo. Non è che non ci abbia provato, ma mi annoiavo. Questo fino alla scorsa Pasquetta. Durante una scampagnata ho conosciuto i giocatori della prima squadra maschile del Volsci Rugby. è stato così che ho saputo del progetto Volsci Rugby Rosa. Poi a giugno, appena ne ho avuto la possibilità, sono venuta a fare un allenamento di prova. Mi è piaciuto e ora vengo tutte le settimane. Mi piace molto molto molto!"
Non trovi faticoso percorrere ogni volta tanta distanza?
"Sono abituata alle relazioni a distanza! Sono fidanzata da nove anni con un ragazzo che abita a Milano. La situazione non è proprio semplice perché ci vediamo solo una o due volte al mese, ma per fortuna andiamo avanti. L' importante è tenere sempre presente che ogni lasciata è persa. Sono fiera delle mie scelte. Sono proprio queste scelte a permettermi di ritagliarmi i mie spazi. E poi mi sto prendendo molte soddisfazioni e tante, tante rivincite."
Tra qualche anno ti immagini ancora qui, con tutte le tue compagne di squadra?
"Non saprei...vivo alla giornata!"
PICCOLI, GRANDI CAMPIONI...GIANLUCA CORGNALE
Gianluca Corgnale ha 11 anni, frequenta la prima media ed è... un rugbista! Lo sport non è mai stata una sua grande passione, meglio giocare al computer o alla play station. Figuriamoci poi, se un tipo tanto riservato quanto lui avesse mai immaginato di far parte di una squadra. Se proprio avesse dovuto scegliere, si sarebbe sicuramente indirizzato verso uno sport individuale. Almeno avrebbe evitato di trovarsi faccia a faccia con chi è spinto solo dalla voglia di vincere. Se c'è una cosa che Gianluca proprio non sopporta è la competività. Invece, in un'assolata giornata di maggio, proprio nel giorno dedicato ai lavoratori, l'illuminazione. Su un prato, un gruppo di ragazzi più grandi gioca con una palla ovale. Cosa sarà mai? Gianluca ancora non lo sa, ma quella diventerà la sua passione. Rugbista per caso, rugbista per sempre!
INTERVISTA n°1 :Paolo Faticanti
Federico Altobelli è il Capitano della Volsci Rugby, ma è anche un loquace avvocato. Chissà se le sue tifose lo preferiscono in tenuta sportiva o in giacca e cravatta?
Tu come ti preferisci?
"Sono sia un avvocato penalista che uno sportivo. Lavoro presso il Foro di Roma. Sportivamente, invece, nasco al CUS (Centro Universitario Sportivo) di Roma. Ho poi giocato con la Pretoria e tre anni con la Mantovani Lazio, in serie A. Ma sono anche il marito della dolce Cristina. E, per finire, sono il padrone della piccola Nocciola, una gattina alla quale sono affezionatissimo, oserei direi in maniera quasi spasmotica. Pensa che dorme a letto con me!"
Da dove viene la tua passione per la legge?
"Sono da sempre un appassionato di thriller e di legal movie. è per questo che ho deciso di studiare legge, anche se poi la realtà è molto diversa da quella che si vede in televisione. Ma posso affermare con sicurezza che è da lì che è partita la scintilla. Pensa che se dovessi descrivermi con un film sceglierei Presunto Innocente, di Alan J. Pakula."
E la tua passione per lo sport, invece?
"Sempre dalla passione per la legge, o meglio per le regole. Amo il rugby perché è uno sport fatto di regole e di ordine. Impegna la mia parte legale, perché il rispetto delle regole è fondamentale per una miglior visione del gioco e per il rispetto dell'avversario. Amo il mio sport, soprattutto perché sul campo da rugby devi fare i conti con le tue paure. Non è solo un gioco, è una sfida con te stesso. Ho grande rispetto per chi fa rugby. Inoltre adoro stare con i miei compagni. Mi sento parte di una tribù. Quando sono con loro mi sento come se potessi affrontare qualsiasi cosa. Esiste solo il rugby e la mia squadra. Siamo come il popolo dei Volsci. Siamo dei fratelli. Se potessi scegliere andrei ad abitare in una grande casa assieme a tutti loro."
C'è qualcosa che fai sempre, un gesto scaramantico che ripeti ogni volta che scendi in campo?
"C'è una frase che mi ripeto sempre. Molon labe. è il grido che Re Leonida urlò ai Persiani quando gli intimarono di lasciare le armi. Significa Venite a prenderle, io posso anche essere sconfitto ma ti affronto. E questo è anche il mio motto nella vita lavorativa. Io me la gioco fino in fondo. Considera che gli Spartani erano in 300 contro qualcosa come sei mila Persiani. Era una situazione impossibile, ma loro non si sono tirati indietro."
Tra qualche anno ti vedi ancora alle prese con tutte le tue sfide?
"Per quel che riguarda il mio lavoro si. Ne sono soddisfatto. Felice perché quello che faccio mi piace. Ho realizzato un sogno. è quello che volevo fare da quando ero piccolo. Purtroppo, però, so già da ora che tra qualche anno sarò costretto a lasciare il rugby giocato. L'anno scorso ho fatto l'arbitro a causa di un infortunio. Ma non è la stessa cosa. Il rugby giocato ti fa sentire un dio. Comunque continuerò ad aiutare questa società. Da quando ho abbracciato questo progetto mi sono innamorato del progetto per la stima che provo per il nostro Presidente Paolo Faticanti. Tra di noi c'è stata un'intesa immediata. Sono nelle sue corde. è una persona giusta. Sa essere un amorevole padre di famiglia, ma anche un severo colonnello. Mi metterò a sua disposizione."
CORAGGIO E DEDIZIONE... GIORGIA SCOLLO CI CONFIDA IL SUO SEGRETO
Si definisce sarcastica, protagonista e presente...chi potrebbe contraddirla dopo aver sentito cosa ha da raccontarci?
"Mi presento. Sono Giorgia Scollo. Abito a Roma, dove lavoro come operatrice sociale nell'Ufficio Immigrazione. Dò aiuto ai rifugiati politici. Ed è da giugno che vengo a Sora per giocare, prima volta nella mia vita, a rugby."
è stata quindi la passione per il rugby a portarti qui?
"In realtà non sono mai stata una grande sportiva. Benché io sia una tifosa sfegatata della Roma, non ho mai praticato sport a lungo. Non è che non ci abbia provato, ma mi annoiavo. Questo fino alla scorsa Pasquetta. Durante una scampagnata ho conosciuto i giocatori della prima squadra maschile del Volsci Rugby. è stato così che ho saputo del progetto Volsci Rugby Rosa. Poi a giugno, appena ne ho avuto la possibilità, sono venuta a fare un allenamento di prova. Mi è piaciuto e ora vengo tutte le settimane. Mi piace molto molto molto!"
Non trovi faticoso percorrere ogni volta tanta distanza?
"Sono abituata alle relazioni a distanza! Sono fidanzata da nove anni con un ragazzo che abita a Milano. La situazione non è proprio semplice perché ci vediamo solo una o due volte al mese, ma per fortuna andiamo avanti. L' importante è tenere sempre presente che ogni lasciata è persa. Sono fiera delle mie scelte. Sono proprio queste scelte a permettermi di ritagliarmi i mie spazi. E poi mi sto prendendo molte soddisfazioni e tante, tante rivincite."
Tra qualche anno ti immagini ancora qui, con tutte le tue compagne di squadra?
"Non saprei...vivo alla giornata!"
PICCOLI, GRANDI CAMPIONI...GIANLUCA CORGNALE
Gianluca Corgnale ha 11 anni, frequenta la prima media ed è... un rugbista! Lo sport non è mai stata una sua grande passione, meglio giocare al computer o alla play station. Figuriamoci poi, se un tipo tanto riservato quanto lui avesse mai immaginato di far parte di una squadra. Se proprio avesse dovuto scegliere, si sarebbe sicuramente indirizzato verso uno sport individuale. Almeno avrebbe evitato di trovarsi faccia a faccia con chi è spinto solo dalla voglia di vincere. Se c'è una cosa che Gianluca proprio non sopporta è la competività. Invece, in un'assolata giornata di maggio, proprio nel giorno dedicato ai lavoratori, l'illuminazione. Su un prato, un gruppo di ragazzi più grandi gioca con una palla ovale. Cosa sarà mai? Gianluca ancora non lo sa, ma quella diventerà la sua passione. Rugbista per caso, rugbista per sempre!
INTERVISTA n°1 :Paolo Faticanti