10anni

 

Una delle belle storie della Federleague. Bisonti Rugby : la squadra del carcere di Frosinone.



«L’idea di formare questo gruppo – spiega il responsabile del progetto Manuel Cartella – nasce dal responsabile per le attività sportive in carcere Asi-Gruppo idee Luigi Ciavardini, che da anni lavora per reinserire i detenuti nel tessuto sociale, e dall’amministrazione penitenziaria della casa circondariale di Frosinone. I detenuti dell’Alta Sicurezza (una sezione del carcere in cui sono riuniti tutti i condannati per reati di tipo associativo quali mafia e traffico di droga, ndr) ci hanno accolto in maniera calorosa e professionale e noi operatori abbiamo riscontrato una serietà tale ed una totale abnegazione a questo sport che difficilmente si trova in squadre amatoriali esterne. Sono stati gli stessi detenuti a scegliere il nome della società». Un gruppo sportivo dall’alto significato sociale. «Il rugby – spiega Cartella – è portatore di valori fondamentali quali la lealtà, il rispetto di se stessi e dell’altro, il rispetto delle regole e dei verdetti, il favorire lo spirito di squadra rispetto al singolo. Questo sport, quindi, ha un alto contenuto educativo sia per i giovani che per gli adulti, con indubbi riflessi sulla formazione della personalità. Il rugby  ha positivi riflessi su diversi aspetti psico-fisici in un ambiente caratterizzato dalle restrizioni della libertà e dove il sovraffollamento è un elemento strutturale da molto tempo. Insomma – prosegue il responsabile dei Bisonti – può fungere da vera e propria “terapia di gruppo” ed è proprio qui che assume un significato sociale creando momenti di aggregazione per i detenuti con lo scopo di instaurare un clima di benessere individuale e collettivo. Attraverso il rugby c’è poi l’intento di mettere in contatto l’ambiente esterno con la realtà carceraria per favorire il superamento della reciproca diffidenza, creando un vero e proprio rapporto solidale fra società e detenuti ed infine si può promuovere l’attività fisica per favorire il recupero dell’autostima e il miglioramento dello stato di salute». E gli obiettivi sportivi? «La cosa fondamentale è far svolgere attività fisica ai detenuti, farli rapportare con l’ambiente esterno ed il rispetto delle regole: vincere o perdere è un fattore del tutto secondario. Chiaramente – conclude Cartella – i ragazzi giocano sempre per vincere: siamo noi operatori che reputiamo già una grande vittoria il semplice scendere in campo contro squadre che vengono dal “mondo fuori le mura”».

http://www.nprugby.it/la-storia-dei-bisonti-i-detenuti-del-carcere-di-frosinone-il-rugby-a-xiii-come-terapia-di-gruppo/


 
Top