Fonte: Il Gazzettino.it
Venerdì 27 Agosto 2010, CARDIFF - Benetton non è più solo un cognome o un marchio. Complice il virus che affligge i tifosi del rugby, ora è anche un nome di battesimo. Lui si chiama proprio Benetton, come la squadra di Treviso. Benetton Lewis. Un vivace ragazzino di 6 anni che abita a Ponticlun, nei dintorni di Swansea, la città gallese che più trasuda rugby assieme alla vicina Llanelli. Qui i derby della palla ovale vanno oltre l'evento sportivo: diventano leggenda, costume, fenomeno sociale. Persino religione. Un'atmosfera che il principe dei coach Carwyn James, durante la sua permanenza a Rovigo sul finire degli anni Settanta, paragonò a quella dei derby veneti. Il signor Toby Lewis, 39enne padre di Benetton, come tutti i gallesi il virus ovale lo ha contratto da ragazzo. Ma non pensava mai che sarebbe diventato, con tutta la famiglia, il primo tifoso gallese di una squadra italiana. «Mia moglie Clare è innamorata dell'Italia -racconta-. Siamo venuti diverse volte in vacanza in Veneto: a Verona, sul Garda, a Venezia e naturalmente a Treviso. Da appassionati di rugby ne abbiamo approfittato per veder giocare il Benetton. Siamo stati quattro volte a Monigo per le partite di campionato».
L'aria romantica di Venezia e la proverbiale gioiosità della Marca trevigiana devono aver fatto il resto. E, come tutti i genitori, i Lewis si sono trovati di fronte alla scelta del nome. «All'inizio - dice Lewis - eravamo orientati su Ben, ma ci sembrava troppo comune. Mia moglie pensò a Benjamin. Dissi, perchè non Benetton, come la squadra di Treviso?». Così fu. Il pargoletto venne registrato all'anagrafe come Benetton Lewis. Ma al momento di andare all'asilo a causa del suo bizzarro nome, difficile da pronunciare, specie in gaelico, ha conosciuto qualche imbarazzo. «I bambini non riuscivano a chiamarlo correttamente - spiega il signor Lewis - storpiavamo Benetton in qualcosa che assomigliava a Tumpy. Tanto che col tempo, Tumpy è diventato il suo soprannome». Tuttavia Benetton come tutti i bambini era orgogliosissimo del suo vero nome, fino al punto di diventare un accanito tifoso del Treviso pur non avendolo mai visto giocare. Ha la maglia biancoverde, ne segue assiduamente i risultati. E adesso che il Benetton è stato ammesso in Celtic League, la competizione che raggruppa le più forti squadre di Galles, Irlanda e Scozia, potrà assistere alla sua prima partita della squadra del cuore. Il 10 settembre, infatti, i biancoverdi giocheranno proprio a Swansea contro l'Ospreys, i detentori della Celtic, formazione imbottita di stelle della nazionale gallese. Una prova di fuoco per il Benetton rugby. Un emozionante battesimo per Benetton Lewis. Per il quale sembra giunta l'ora del riscatto a proposito del suo strano nome. Il papà, che ha giocato a rugby da ragazzino prima di dedicarsi al judo, di cui è dirigente federale, in occasione dell'arrivo del Benetton ha scritto agli ormai "parenti" del Benetton Treviso. La lettera comincia con «Ciao Benetton Rugby» e finisce con «Mio figlio sarebbe fiero di essere la vostra mascotte in occasione della partita a Swansea». Il direttore generale del Treviso, Vittorio Munari ne ha parlato al presidente Amerino Zatta e hanno deciso di sì. Il piccolo Benetton il 10 settembre avrà l'onore di entrare per primo nello stadio di Swansea assieme ai suoi beniamini, tenuto per mano dal capitano dei "Leoni" trevigiani Antonio Pavanello. Indosserà una speciale maglietta biancoverde che da Treviso porteranno per lui, col nome Benetton Lewis stampato sulla schiena. La storia potrebbe avere presto un seguito: a novembre nascerà la sorellina di Benetton. «Stiamo pensando al nome» dice il signor Lewis, che però stavolta non si sbilancia. Chissà che cosa ne pensa di Padova, per rimanere al rugby Veneto, o di Sisley per restare in famiglia. Quella dei Benetton, ovviamente.
Venerdì 27 Agosto 2010, CARDIFF - Benetton non è più solo un cognome o un marchio. Complice il virus che affligge i tifosi del rugby, ora è anche un nome di battesimo. Lui si chiama proprio Benetton, come la squadra di Treviso. Benetton Lewis. Un vivace ragazzino di 6 anni che abita a Ponticlun, nei dintorni di Swansea, la città gallese che più trasuda rugby assieme alla vicina Llanelli. Qui i derby della palla ovale vanno oltre l'evento sportivo: diventano leggenda, costume, fenomeno sociale. Persino religione. Un'atmosfera che il principe dei coach Carwyn James, durante la sua permanenza a Rovigo sul finire degli anni Settanta, paragonò a quella dei derby veneti. Il signor Toby Lewis, 39enne padre di Benetton, come tutti i gallesi il virus ovale lo ha contratto da ragazzo. Ma non pensava mai che sarebbe diventato, con tutta la famiglia, il primo tifoso gallese di una squadra italiana. «Mia moglie Clare è innamorata dell'Italia -racconta-. Siamo venuti diverse volte in vacanza in Veneto: a Verona, sul Garda, a Venezia e naturalmente a Treviso. Da appassionati di rugby ne abbiamo approfittato per veder giocare il Benetton. Siamo stati quattro volte a Monigo per le partite di campionato».
L'aria romantica di Venezia e la proverbiale gioiosità della Marca trevigiana devono aver fatto il resto. E, come tutti i genitori, i Lewis si sono trovati di fronte alla scelta del nome. «All'inizio - dice Lewis - eravamo orientati su Ben, ma ci sembrava troppo comune. Mia moglie pensò a Benjamin. Dissi, perchè non Benetton, come la squadra di Treviso?». Così fu. Il pargoletto venne registrato all'anagrafe come Benetton Lewis. Ma al momento di andare all'asilo a causa del suo bizzarro nome, difficile da pronunciare, specie in gaelico, ha conosciuto qualche imbarazzo. «I bambini non riuscivano a chiamarlo correttamente - spiega il signor Lewis - storpiavamo Benetton in qualcosa che assomigliava a Tumpy. Tanto che col tempo, Tumpy è diventato il suo soprannome». Tuttavia Benetton come tutti i bambini era orgogliosissimo del suo vero nome, fino al punto di diventare un accanito tifoso del Treviso pur non avendolo mai visto giocare. Ha la maglia biancoverde, ne segue assiduamente i risultati. E adesso che il Benetton è stato ammesso in Celtic League, la competizione che raggruppa le più forti squadre di Galles, Irlanda e Scozia, potrà assistere alla sua prima partita della squadra del cuore. Il 10 settembre, infatti, i biancoverdi giocheranno proprio a Swansea contro l'Ospreys, i detentori della Celtic, formazione imbottita di stelle della nazionale gallese. Una prova di fuoco per il Benetton rugby. Un emozionante battesimo per Benetton Lewis. Per il quale sembra giunta l'ora del riscatto a proposito del suo strano nome. Il papà, che ha giocato a rugby da ragazzino prima di dedicarsi al judo, di cui è dirigente federale, in occasione dell'arrivo del Benetton ha scritto agli ormai "parenti" del Benetton Treviso. La lettera comincia con «Ciao Benetton Rugby» e finisce con «Mio figlio sarebbe fiero di essere la vostra mascotte in occasione della partita a Swansea». Il direttore generale del Treviso, Vittorio Munari ne ha parlato al presidente Amerino Zatta e hanno deciso di sì. Il piccolo Benetton il 10 settembre avrà l'onore di entrare per primo nello stadio di Swansea assieme ai suoi beniamini, tenuto per mano dal capitano dei "Leoni" trevigiani Antonio Pavanello. Indosserà una speciale maglietta biancoverde che da Treviso porteranno per lui, col nome Benetton Lewis stampato sulla schiena. La storia potrebbe avere presto un seguito: a novembre nascerà la sorellina di Benetton. «Stiamo pensando al nome» dice il signor Lewis, che però stavolta non si sbilancia. Chissà che cosa ne pensa di Padova, per rimanere al rugby Veneto, o di Sisley per restare in famiglia. Quella dei Benetton, ovviamente.